«Ho subito due trapianti, ma la mia bimba è nata e sta bene.»

11 luglio 2021

 

Mi chiamo Paola e sono nata con atresia delle vie biliari, ho fatto un primo trapianto il 14 marzo 2009.

 

Nel 2017 la mia patologia si è presentata in modo conclamato dopo mesi di cure.

Un giorno di ottobre ho conosciuto il mio salvatore, di nome e di fatto: il professor Salvatore Gruttadauria che lavora all’Ismett di Palermo (nella foto con mio marito e mia figlia). Egli con calma ha ascoltato ciò che provavo fisicamente e mentalmente. Mi ha spiegato quel che sarebbe accaduto, abbiamo provato il tutto per tutto: Stent biliare, 2 mesi di ricovero.
Tutti i giorni veniva a trovarmi in stanza, ripetendomi: «Paola, alzati, non ti accasciare, quando arriverà il momento devi avere un buon tono muscolare per poterti alzare in fretta». Non dimenticherò mai le sue parole. Ma ero stanca, volevo uscire dall’ospedale, il Natale era alle porte e volevo festeggiare con la mia
famiglia. II 12 dicembre 2017 è venuto nella mia stanza e mi ha detto: «Non posso fare più nulla per farti stare meglio, ma non tornare a casa, i miracoli accadono».

La notte tra il 16 e il 17 il telefono inizia a squillare: era arrivato l’organo. Quella telefonata mi ha salvato la vita. Grazie al prof, alla sua équipe e alla mia forza di volontà, alla voglia di vivere, ero viva.
Dopo l’intervento mi sono ripresa anche se ancora con qualche problemino. A maggio del 2019 decidiamo con il prof di inserire un drenaggio biliare intracostale.

Tornata a casa, il 10 luglio con mio marito scopriamo che sono in dolce attesa. Nella mia mente scorrono mille pensieri, anche la paura di perdere la stima del prof. Avviso in ospedale e lui mi richiama subito e mi fa gli auguri. Mi reco poi in ospedale agitatissima. Il dottor Miraglia e il professor Gruttadauria si assicurano che nelle procedure precedenti non si sia messo in pericolo il feto. Ogni volta che scendevo in radiologia i dottori si assicuravano prima e dopo che la mia piccola stesse bene.
Così è proseguita la mia gravidanza, poi per un mio problema sono stata costretta a partorire a 6 mesi e 3 settimane. La mia bimba sta benissimo ed è stata nominata la figlia dell’Ismett.

Quando poi ho incontrato il professor Gruttadauria mi sono sentita di dire una frase che non dimenticherò mai e spero anche lui:

«Chi avrebbe mai pensato che grazie a quella notte sarebbe stato possibile dare al mondo un’altra vita? Quella notte hai salvato due vite. Infatti, potevo morire, sia per le mie condizioni di salute, sia per il fatto che era un secondo trapianto. Grazie, professore».

 

PAOLA MORAGLIA

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