Covid: «Più casi tra i bimbi, ma non gravi»

14 febbraio 2021

Articolo di M.D.B.

Niente festicciole a Carnevale!

 

Il professor Alberto Villani, Presidente dell’Associazione Italiana di Pediatria è Direttore della Divisione di Malattie Pediatriche e Infettive generali all’Ospedale Bambino Gesù di Roma

«L’aumento dei contagi tra i bambini è un fatto reale. Non è documentato che il fenomeno sia dovuto alle varianti, però è verosimile. Sappiamo che le tre mutazioni del virus gli conferiscono la capacità di una maggiore diffusione, quindi la popolazione dei piccoli non può non essere coinvolta. Ci sono altri elementi da tenere in considerazione».

Sono tanti i genitori che telefonano preoccupati dalla presunta, maggiore pericolosità dei virus mutati. Ma trovano conforto nell’equilibrio di Alberto Villani, presidente della Società Italiana di Pediatria, componente del Comitato Tecnico Scientifico, CTS.

Il medico del Bambino Gesù analizza la “nuova minaccia” tornando agli inizi del 2020: «Nella prima fase dell’epidemia, coincisa con il lock down, i bambini sono rimasti a casa, protetti dalle mura domestiche. Solo l’1,3% ha avuto il Covid in Italia».

L’incidenza risulta da uno studio pubblicato sulla rivista Pediatrics, autori Società Italiana di Pediatria e l’ Istituto Superiore di Sanità: «Quattro i bambini morti, ma soffrivano di patologie gravi, e quelli ricoverati in terapia intensiva, ne sono usciti e sono guariti».

Questo è successo nella prima parte dello scorso anno, poi a partire dall’estate i comportamenti sono cambiati. Bambini e adolescenti, fino a quel momento tenuti in una bolla di cristallo, sono usciti allo scoperto.

Continua Villani: «Con l’ammorbidimento delle restrizioni i rapporti sono diventati promiscui e questo ha fatto sì che anche in età pediatrica ci fossero proporzionalmente più positivi, di pari passo con l’aumento dei tamponi effettuati in età pediatrica. Lo scorso settembre i casi tra 0 e 18 anni sono saliti al 12-15% con una crescita significativa anche delle forme gravi».

Una conseguenza pediatrica del Covid è la malattia infiammatoria multiorgano, la Mis-C, inizialmente scambiata per sindrome di Kawasaki, una malattia rara caratterizzata anche da eruzioni cutanee, febbre alta e congiuntivite. Sono state osservate alcune decine di casi, non mortali.

Il pediatra non è allarmato dalla sempre più alta circolazione di virus mutati, sempre più specializzati nel diffondersi con velocità. «Le varianti vanno seguite con attenzione, come il Ministero della Salute sta facendo, ma i comportamenti umani sono molto più importanti. Alcune famiglie interpretano l’ammorbidimento delle misure restrittive, ad esempio il passaggio da zona arancione a gialla, come un cessato pericolo. Non deve essere così. L’attenzione deve essere massima. A maggior ragione sotto Carnevale. Niente festicciole».

Gli under 18, la fascia in età evolutiva, continuano comunque, seppure contagiati, a soffrire raramente di forme gravi. I casi mortali si contano sulla punta delle dita.

I vaccini ora disponibili sono indicati dai 16 o 18 anni, non sono ancora stati sperimentati nei giovanissimi. Come proteggere allora i minorenni cardiopatici, con disabilità neurologiche o in terapia oncologica o, ancora, i neonati prematuri?

Secondo Villani bisognerebbe dare l’immunità a chi si prende cura di loro a casa, i genitori. È una popolazione fragile che va assolutamente tutelata. Mi auguro che le aziende abbiano avviato gli studi sui minorenni in modo da poter avere lo strumento per vaccinare anche i più piccoli.

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