Il trapianto di fegato da vivente: una speranza in più per i piccoli pazienti

Il Prof. Jean de Ville de Goyet, Direttore della Chirurgia Pediatrica ISMETT, spiega il trapianto di fegato da vivente.

Intervista di Serena Pizzo

 

Tutte le persone che hanno la volontà di donare, possono dare, una parte del loro fegato ad un familiare, o ad un amico stretto. Una persona in buona salute può donare una parte del suo fegato ad un bambino, perché per un bambino viene presa la parte di sinistra del fegato (lobo). È un intervento molto più facile da realizzare e per il bambino, questa piccola parte, è sufficiente e funziona come un organo intero.

Il modo più semplice per contattarci è quello di scrivere all’ospedale o scrivere alla pediatria, abbiamo un indirizzo email: pediatria@ismett.edu e lasciare un messaggio. Se il paziente é già seguito da noi ci può contattare direttamente, se il paziente è nuovo dovrà essere conosciuto e valutato assieme al donatore.

L’importante nel trapianto è essere trapiantato, vuol dire che, (sia nel trapianto da cadavere, che da donatore vivente) l’esperienza è uguale e l’evoluzione è del tutto simile, ma con una differenza, nel caso del trapianto da donatore vivente, visto che il fegato è disponibile, l’intervento può essere programmato e si fissa la data. Se il bambino è in una situazione di fragilità, o ha dei problemi, questo ci consente (di metterlo nelle migliori condizioni possibili) preparandolo per la data che abbiamo scelto.

Il donatore ha un taglio limitato, l’intervento si effettua sul lato sinistro del fegato, non comporta nessuna disfunzione del fegato del donatore che recupererà nell’arco di tre/quattro giorni.

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